Quando lavoro fa rima con STEM: studiare materie scientifiche si conferma un must per i lavoratori di domani
Secondo gli esperti Hays, società leader nel recruitment specializzato, i giovani che studiano materie scientifiche risultano, infatti, ancora in minoranza e ciò comporta una mancanza di profili in grado di ricoprire ruoli tecnici tra coloro che si affacciano al mondo del lavoro. “Per colmare questa lacuna è indispensabile incoraggiare i nostri giovani ad intraprendere carriere accademiche e professionali in ambito STEM – affermano gli esperti di Hays -. Ispirare le nuove generazioni è un dovere di tutti noi perché se non lo facciamo, rischiamo di vanificare i progressi compiuti nell’innovazione tecnologica in questi ultimi anni”.
Sconfiggere i falsi miti e cambiare le percezioni
Una delle ragioni dietro la poca popolarità delle materie STEM è sicuramente il modo in cui vengono percepite. Molti, infatti, le considerano noiose, altri ancora le ritengono troppo difficili. “I giovani devono trarre ispirazione dai professionisti STEM che svolgono lavori all’avanguardia, risolvono ogni giorno problematiche reali e giocano un ruolo chiave nel plasmare il nostro futuro – spiegano gli esperti Hays -. Questi percorsi di carriera sono in realtà tra i più interessanti e gratificanti, ma spesso ragazzi e ragazze non lo sanno. Lo sforzo per abbattere i falsi miti deve cominciare dalla famiglia, ma è responsabilità anche degli istituti scolastici, delle imprese e delle istituzioni. Tutti dobbiamo impegnarci di più per presentare le STEM come un’opzione attraente e accessibile per le nuove generazioni, fornendo reali opportunità ed esperienze che coinvolgano attivamente i giovani studenti”.
Le scuole devono promuovere le STEM
Le scuole dovrebbero incoraggiare di più gli studenti ad avvicinarsi alle materie STEM e un buon punto di partenza potrebbe essere una solida consulenza per la scelta del percorso accademico e professionale. I giovani devono essere indirizzati verso carriere in linea con le richieste del mercato e la consulenza deve essere a loro disposizione durante tutto l’excursus scolastico, non solo nel momento in cui devono prendere decisioni per il futuro. In questo modo le loro scelte saranno più consapevoli. Gli studenti devono essere trattati da adulti e devono essere informati con onestà su quali sono le skill richieste dal mercato e quali saranno le opportunità lavorative a loro disposizione.
Anche le imprese devono fare la loro parte
Anche le imprese devono contribuire a colmare il divario tra scuola e mondo del lavoro, ad esempio potrebbero offrire più tirocini in ambito STEM da svolgere durante gli studi perché i giovani che sperimentano esperienze di lavoro in questo campo, sono più inclini a considerarlo come un possibile percorso professionale. Inoltre, le aziende dovrebbero “educare” le persone alle carriere STEM come ha fatto, ad esempio, Facebook che ha rilasciato una serie di video informativi per spiegare cos’è e come funziona l’Intelligenza Artificiale, nella speranza di avvicinare un numero sempre maggiore di persone al tema. “Le aziende hanno uno sguardo privilegiato su quelle che saranno le competenze più richieste dal mercato del lavoro in futuro – affermano gli esperti Hays - e queste informazioni dovrebbero essere sfruttate al meglio per rendere più efficaci gli incontri dedicati all’orientamento professionale organizzati da scuole e università”.
Le istituzioni devono aprire le porte alle STEM
Per incoraggiare gli studenti a scegliere percorsi di studio e professionali nelle STEM, anche il ruolo delle istituzioni è fondamentale. Ad esempio, sarebbe opportuno promuovere un maggior numero di programmi di apprendistato in ambito STEM, concentrandosi non solo su settori consolidati come l’ingegneria, ma anche sul coding e in ambito scientifico. È necessaria un’effettiva collaborazione tra le istituzioni, le aziende e il mondo dell’istruzione per garantire ai giovani un’adeguata preparazione che permetta loro di essere realmente competitivi sul mercato del lavoro.
Far avvicinare i giovani alle STEM è indispensabile per colmare il gap tra domanda e offerta di competenze, ma soprattutto è doveroso per garantire loro la possibilità di una carriera gratificante che contribuisca all’innovazione tecnologica e al progresso scientifico.