Gli spazi di coworking sono il futuro del lavoro? I pro e i contro secondo gli esperti Hays
“Gli spazi di coworking non sono più utilizzati solamente da start-up o da singoli professionisti – affermano gli esperti Hays -. Al contrario, sono sempre più numerose le aziende che scelgono di trasferire i propri uffici in spazi condivisi, con l’obiettivo di favorire il networking e permettere ai propri dipendenti di lavorare in un ambiente più piacevole e moderno. All’estero anche le multinazionali adottano questa soluzione e non è da escludere che questa tendenza arrivi presto in Italia”.
Secondo l’ultima edizione dell’Hays Journal, gli spazi di co-working sono in aumento in tutto il mondo. Nel 2017, a livello globale, erano 11.790 gli uffici condivisi utilizzati da 1,74 milioni di professionisti che, secondo le stime, potrebbero diventare 5,1 milioni entro il 2022. In Italia, sono oltre 600 i coworking disponibili, un numero in costante crescita anche se ancora inferiore rispetto a quelli registrati in Francia e Gran Bretagna.
I benefici dell’ufficio condiviso sono molteplici tuttavia, secondo gli esperti Hays, questa modalità di lavoro non fa per tutti e ci sono diversi aspetti da considerare prima di cominciare a lavorare in un coworking.
I vantaggi
Possibilità di aggregazione e networking sono sicuramente due delle attrattive principali del coworking. Queste strutture, infatti, favoriscono la creazione di una cultura aziendale più collaborativa e dinamica e danno l’opportunità di costruire una vera e propria rete di contatti, non solo attraverso l’utilizzo di desk condivisi, open space e sale comuni, ma anche tramite l’organizzazione di eventi e iniziative rivolte a tutti gli utenti del coworking.
Individuare opportunità di business emergenti è un altro vantaggio degli uffici condivisi. Lavorare al fianco di altre aziende o start up è un ottimo modo per creare sinergie e dare vita a collaborazioni, ma anche per individuare precocemente trend di mercato da cavalcare.
Gli svantaggi
Per essere funzionale, uno spazio di coworking dovrebbe tenere conto delle esigenze dei diversi lavoratori, che siano singoli professionisti o realtà strutturate. Dovrebbero essere presenti, ad esempio, sale riunioni e aree private in numero sufficiente da garantire a tutti gli utenti la propria privacy.
Non dovrebbe mai essere sovraffollato e non dovrebbe esserci troppa confusione. Tuttavia, molto spesso, gli uffici condivisi non consentono di avere la stessa riservatezza e le stesse comodità di un ufficio privato.
Inoltre, dal punto di vista del datore di lavoro, dislocando un team in uno spazio di coworking al di fuori dell’azienda si corre il rischio che la cultura del coworking stesso prevarichi quella aziendale.
Gli accorgimenti
Per sfruttare al massimo i pro della condivisione e minimizzare, invece, i contro, secondo gli esperti Hays è bene seguire alcuni piccoli accorgimenti:
verificare sempre che tipo di aziende e professionisti lavorano nel coworking prima di sceglierlo. L’affinità di obiettivi può sicuramente rendere la “convivenza” più proficua;
instaurare da subito rapporti cordiali con gli altri utenti del coworking, partecipando il più possibile agli eventi di networking organizzati, così da costruire una vera e propria rete di contatti utili;
impostare una propria work routine proprio come se si lavorasse in un ufficio tradizionale. La troppa flessibilità non deve avere la meglio su efficienza e produttività;
dal punto di vista dell’azienda, organizzare call e incontri periodici con team e professionisti dislocati nel coworking per farli sentire sempre parte della realtà aziendale;
sperimentare diverse aree del coworking, trovando quella più adatta a sé in modo da sentirsi completamente a proprio agio pur lavorando in uno spazio condiviso con altri professionisti o altre aziende.