Analisi Hays Italia e Serenis: "Mollo tutto e cambio vita"
Quasi un lavoratore su dieci è pronto a lasciare tutto entro un anno per la “ricerca della felicità”. Identikit: vive solo, ha dai 50 ai 64 anni, è un profilo “alto” e lavora nelle grandi aziende
- L’8% dei lavoratori ha intenzione di lasciare tutto e cambiare vita entro un anno. Il 25% ha intenzione di farlo più avanti mentre per quasi la metà del campione resta solo un sogno nel cassetto.
- Quasi quattro lavoratori su dieci sono insoddisfatti del loro attuale lavoro e quasi sei su dieci pensano almeno una volta a settimana di cambiare radicalmente.
- Perché si vuole “mollare” tutto: per la ricerca della felicità (60%), per migliorare la qualità della vita (57%), per avere più tempo a disposizione con ritmi meno frenetici (54%) e per ridurre lo stress (44%).
- Cosa frena: la paura di fallire e di rimetterci a livello economico (per il 50% degli intervistati) e l'impatto che potrebbe avere sulla famiglia (per il 47%).
- Cosa sognano: di vivere nelle città marittime (59%), nelle Isole (31%) o in montagna (29%); di avviare un'attività in proprio in un settore totalmente nuovo (32%) o di aprire un B&B o un agriturismo (28%); tra le isole preferiscono Sardegna e Sicilia, mentre tra le località italiane optano per Dolomiti e Lago di Garda.
Milano, 24 luglio 2024 – Mollo tutto e cambio vita. Quante volte abbiamo sentito dire da amici e colleghi questa frase? Ma è solo una insoddisfazione del momento oppure sta diventando un fenomeno sempre più diffuso? Secondo un'analisi condotta dalla società di recruiting Hays Italia e dalla piattaforma digitale per il benessere mentale e centro medico autorizzato Serenis su un campione di quasi mille lavoratori , il "cambio vita" per molti sembra essere più che una semplice idea, con tanti che stanno mettendo in discussione le proprie scelte di vita: quasi un lavoratore su dieci (8%), infatti, ha già pianificato tutto ed entro un anno è pronto a lasciarsi alle spalle il passato. L’obiettivo principale? La tanto desiderata “ricerca della felicità”.
Ma c’è anche il 25% che ha intenzione di fare il “salto” più avanti (bisognerà vedere come evolverà la situazione personale, per cui molti potrebbero cambiare idea), mentre per quasi la metà del campione resta solo un sogno nel cassetto; non faranno mai il grande passo, ma è pur sempre un monito per aziende e istituzioni.
Numeri che testimoniano un senso di infelicità diffuso tra i lavoratori, tanto che quasi quattro su dieci si ritengono insoddisfatti del loro attuale lavoro (solo il 28% è invece pienamente appagato), e quasi sei su dieci pensano almeno una volta a settimana di dare un taglio all’attuale vita per una totalmente diversa.
Perché vorrebbero cambiare così radicalmente? Le motivazioni sono tante e toccano più sfere, non solo lavorativa ma anche quella privata. La felicità, indicata da sei lavoratori su dieci, è la molla principale che fa scattare il desiderio di provare qualcosa di nuovo, insieme all’esigenza di migliorare la qualità della vita (57%), avere più tempo a disposizione con ritmi meno frenetici (54%) e ridurre lo stress (44%). Tutti elementi che, insieme all’insoddisfazione del proprio lavoro, fotografano una società sempre più lontana dalle esigenze dei cittadini e dei lavoratori.
Ma ci sono anche altre motivazioni di tipo economico e più personali, come seguire le proprie passioni, ritrovare sé stessi, la voglia di vivere a contatto con la natura o far vivere i figli in ambienti più sani.
Per la maggior parte dei lavoratori, comunque, il cambio di vita resterà solo un sogno nel cassetto: la paura di fallire e di rimetterci a livello economico (per il 50% degli intervistati) e l'impatto che potrebbe avere sulla famiglia (per il 47%), in particolare su figli e partner, sono le principali barriere che frenano gli italiani. Pochi, invece, hanno il timore di pentirsi o di mettersi in gioco, probabilmente perché sono punti che non toccano direttamente le “tasche” dei lavoratori o le persone a loro care.
Sicuramente una forte spinta verso nuove avventure arriva dalle esperienze dirette di persone conoscenti che hanno avuto il coraggio di sperimentare il “Piano B”. Secondo gli intervistati, solo il 6% degli amici che ha fatto il grande passo nel nuovo progetto di vita si è poi pentito, e solo il 4% è tornato indietro. Quasi tre quarti sono invece soddisfatti o addirittura entusiasti della loro scelta.
Ipotizzando il cambio vita, cosa preferiscono gli italiani?
Quando i cittadini del Bel Paese pensano a un cambiamento radicale della propria vita non resistono al fascino del mare, e in particolare indicano le città marittime (59%) e le Isole (31%) come mete preferite dove trasferirsi, seguite dalla montagna (29%). C’è un solo diktat: la maggior parte vorrebbe luoghi socialmente “attivi” e non isolati.
Cosa vorrebbero fare?
Sognano di avviare un'attività in proprio in un settore totalmente nuovo (32%), di aprire un B&B o un agriturismo (28%) o lavorare vivendo in campagna o montagna (26%). Ma sono tanti quelli che vorrebbero viaggiare tutto l'anno svolgendo lavori saltuari, togliersi il vestito da “colletto bianco” e diventare artista / influencer o aprire il "classico" chiringuito.
Una curiosità. L’isola, insieme ai paesi esotici, rappresenta nell’immaginario collettivo una meta ideale per tagliare con il passato e costruire un futuro più felice. Considerando le isole più belle al mondo, ai primi due posti gli italiani sono molto campanilisti e indicano, nell’ordine, le due più importanti del nostro Paese, Sardegna e Sicilia. Sempre tra le top 10 troviamo anche due spagnole, Minorca (3a) e Ibiza (9a), due greche, Santorini (4 a) e Creta (8 a), l’indonesiana Bali (5 a), la portoghese Azzorre (7 a), le Maldive (6a) e la polinesiana Bora Bora (10 a).
Per quanto riguarda le località italiane adatte al cambio vita, secondo i rispondenti ai primi tre posti non troviamo città marittime o isole ma le Dolomiti, il Lago di Garda e la zona del Chianti in Toscana.
L’identikit di chi vuole mollare tutto
È uomo o donna, a prescindere dalla situazione economica, vive principalmente da solo, ha dai 50 ai 64 anni, è un profilo tendenzialmente alto (C-level) ma coinvolge anche i giovanissimi appena entrati nel mondo del lavoro, vive in comuni molto piccoli, al di sotto di 5.000 abitanti, o medio grandi, da 100mila a 500mila, lavora nelle grandi aziende.
“L’analisi che abbiamo condotto insieme a Serenis ha evidenziato la necessità per le aziende di creare dei punti di ascolto con i propri dipendenti in modo da individuare le possibili cause di insoddisfazione che spesso non dipendono solo dal lavoro in senso stretto, ma anche da fattori personali o esterni – afferma Alessio Campi, People & Culture Director di HAYS Italia – Gli imprenditori devono continuare a investire mettendo al centro la qualità della vita dei propri dipendenti e adottando politiche per ridurre lo stress, oggi considerati elementi fondamentali per trattenere o attrarre i talenti. Oltre ai benefit che garantiscono un buon equilibrio tra privato e lavoro come la flessibilità, per molti lavoratori è sempre più importante avere un sostegno in alcuni momenti particolari della propria vita, come la nascita di un figlio o per esigenze di salute. Sono questi gli aspetti che possono convincere tanti collaboratori a non ricercare la propria felicità altrove.”
“La ricerca della felicità e il desiderio di migliorare la qualità della vita sono le principali motivazioni che spingono sempre più lavoratori a considerare un cambiamento radicale della propria esistenza," afferma la Dott.ssa Martina Migliore, Direttrice della Formazione e psicoterapeuta di Serenis. "Questo fenomeno riflette una crescente insoddisfazione e un bisogno di ritrovare sé stessi, spesso soffocati dai ritmi frenetici e dalle pressioni del lavoro. Tuttavia, la paura di fallire e le preoccupazioni economiche sono ostacoli significativi. Per chi desidera intraprendere questa strada, è fondamentale seguire alcuni consigli, tra cui: pianificare con cura ogni aspetto del cambiamento, dalla situazione finanziaria alle nuove opportunità professionali, per ridurre i rischi di insuccesso; cercare il sostegno di amici e familiari per mantenere la motivazione e affrontare eventuali difficoltà; essere consapevoli delle sfide emotive e psicologiche che un cambiamento radicale comporta e lavorare su sé stessi, con l’aiuto anche di uno psicoterapeuta, per sviluppare la necessaria resilienza; acquisire nuove competenze e conoscenze nel settore in cui si desidera entrare per aumentare le probabilità di successo. Se possibile, inoltre, è bene adottare il nuovo stile di vita in modo graduale, ad esempio con periodi di prova o progetti part-time, per valutare la fattibilità e l'adattabilità. Infine, è importante che chi decide di intraprendere una nuova strada lo faccia con consapevolezza, preparazione e supporto adeguato, per trasformare un sogno nel cassetto in una realtà sostenibile e appagante."