"Quali sono i tuoi punti di forza e quali quelli di debolezza?" Come rispondere a questa domanda durante un colloquio
Durante la mia carriera ho visto molti candidati preoccuparsi di come rispondere ad una domanda che spesso viene posta durante un colloquio, quando invece non avrebbero avuto alcun motivo. È quello un momento della conversazione che deve essere inteso come una grande opportunità per impressionare il proprio selezionatore.
Al contrario, mi sono reso conto che spesso le persone sottovalutano tale domanda, dando così una risposta insoddisfacente senza fermarsi prima a riflettere. Ecco perché voglio darti alcuni consigli su come poter replicare al meglio a questo quesito: "Quali sono i tuoi punti di forza e quali quelli di debolezza?".
Mettiamo subito in chiaro che non esiste un’unica risposta definibile come corretta, ma tutto dipenderà dalle tue capacità e dalle esperienze maturate. Tuttavia, vi sono alcuni accorgimenti da poter mettere in pratica: il modo in cui strutturerai il tuo discorso, infatti, può fare la differenza nella valutazione finale del tuo profilo da parte del Recruiter.
Per formulare la migliore risposta possibile, analizziamo ogni parte della suddetta domanda.
“Quali sono i tuoi punti di forza?”
Questa è una domanda molto comune durante un colloquio e dovrebbe essere un momento eccitante per te, poichè ti dà la possibilità di dimostrare le qualità e le abilità che forse nella prima parte dell’incontro non sei stato in grado di sottolineare. Potrebbe anche essere un modo per rafforzare l'immagine positiva di te nella mente del tuo interlocutore.
Tuttavia, ciò non significa che dovresti fare un semplice elenco delle tue migliori qualità: nonostante la connotazione positiva, c'è un modo sbagliato di rispondere a questa domanda ed è importante non farsi prendere alla sprovvista.
Fai in modo che tutto ciò che dirai possa essere davvero rilevante per quella determinata azienda e, più precisamente, per quello specifico ruolo. Utilizza la descrizione dell’offerta di lavoro come riferimento da cui partire nel costruire la tua risposta ed assicurati di includere le competenze/esperienze menzionate. Se non l'hai già fatto, prenditi del tempo per effettuare delle ricerche sull’azienda e sulla sua cultura, attraverso il sito web o i social media. Oltre ad aiutarti a capire se quella possa essere realmente un’opportunità adatta alle tue aspettative professionali, potrai meglio comprendere quale tipo di candidato si stia cercando.
Imposta come risposta un mix di abilità tecniche, competenze trasferibili e caratteristiche personali. Le prime dovrebbero essere già inserite nel tuo CV o nella lettera di presentazione, ma tieni presente che la persona con cui stai parlando potrebbe non averli letti a fondo, quindi vale la pena ricordare tutto il potenziale che hai da offrire.
Se ti stai candidando per un ruolo che richiede competenze specifiche che non possiedi, è meglio concentrarti sulle soft skill, dimostrando come sei in grado di metterle in pratica nella realtà. Potresti anche affermare che uno dei tuoi punti di forza è la velocità con cui apprendi nuove conoscenze, illustrando esempi del passato che lo dimostrino.
Questo colloquio è un'opportunità per distinguerti tra tutti gli altri candidati, perciò assicurati che i punti di forza elencati siano efficaci. Non asserire ovvietà che chiunque altro potrebbe ribadire. Uno dei peggiori cosiddetti “punti di forza” che i candidati portano come esempio, a mio parere, è: "Lavoro duramente" - credetemi, questa affermazione può avere sul Recruiter l'effetto opposto rispetto a quello che si vorrebbe. Tutti dovrebbero sentirsi così, come potrebbe essere altrimenti? Dubito fortemente che qualcuno degli altri candidati possa aver detto: "Non lavoro sodo" - quindi pensa a qualcosa che ti rende unico e veramente adatto al ruolo in questione.
Un ultimo consiglio: sii preciso. Come già ho detto, è ottima cosa descrivere quelle competenze e quelle caratteristiche che ti renderebbero il candidato ideale, ma, anche se sei del tutto onesto, qualsiasi descrizione troppo vaga potrebbe sembrare poco sincera. Scegli affermazioni che potrai argomentare con successo e, se necessario, porta di nuovo degli esempi concreti.
“Quali sono i tuoi punti di debolezza?”
Questa è la parte della domanda in cui, immagino, le persone riscontrare maggiori difficoltà nel rispondere. La cosa più importante da ricordare per chiunque si intimidisca davanti ad essa è quella di vederla come un'opportunità per lasciare al Recruiter una buona impressione di se stessi, piuttosto che come una trappola.
Molti potrebbero avere la tentazione di pronunciare "um" e "ah" mentre cercano di pensare a tutto ciò che, se detto, potrebbe essere percepito come una debolezza. Per favore, non commettere un tale errore: proprio perché questa domanda è alquanto comune nei colloqui, una risposta generica ti farà sembrare impreparato. Inoltre, dimostrerai mancanza di autoconsapevolezza.
L'autoconsapevolezza è una caratteristica molto apprezzata dai datori di lavoro e dimostra che si è in grado di lavorare bene insieme agli altri. Mette in evidenza anche il fatto che riesci a valutare le tue performance, così anche come ad imparare dalle critiche costruttive e ad andare avanti con entusiasmo. Pertanto, l'onestà verrà premiata. Dare la colpa ad altri per le proprie debolezze o trovare delle scuse per giustificarle, suggerirà al tuo interlocutore che non sei disposto a lavorare su te stesso per migliorarti e quindi non risulterai poi così attraente per un potenziale nuovo datore di lavoro.
Naturalmente c'è anche il rischio di andare troppo oltre nella direzione opposta. Essere, infatti, troppo onesti ed elencare un eccessivo numero di debolezze potrebbe suggerire a chi ti sta di fronte che ti manchino le competenze o le abilità richieste. Trovare un buon equilibrio è fondamentale.
Il modo migliore per farlo è riflettere prima di tutto su ciò che il Recruiter vuole effettivamente sapere da te. Nel tuo nuovo ruolo ti dovrai confrontare con molte sfide, quindi è importante spiegare come hai reagito in passato dinanzi a problematiche simili, dimostrando di aver imparato da esse e di esser migliorato.
Prima di andare avanti, voglio evitare qualsiasi fraintendimento. Quanto detto poco fa NON significa che devi sottolineare le tue debolezze, cercando di far passare il messaggio che esse siano un punto di forza: "sono un perfezionista" oppure "ho bisogno di essere sempre impegnato". Il Recruiter non ci cascherà. Invece, utilizzali come punto di partenza per spiegare in che modo stai cercando di apprendere nuove competenze oppure perché sei interessato al lavoro per cui ti stai candidando. Ad esempio, potresti sostituire l’affermazione "Sono un perfezionista" con "A volte passo troppo tempo a concentrarmi sui dettagli. Mi piacerebbe ricoprire questo ruolo, perché mi potrei sviluppare la mia capacità di osservare il quadro generale".
In alternativa, parla di un tuo punto debole su cui stai lavorando oppure di qualsiasi problematica precedentemente affrontata e del modo in cui, superandola, hai potuto accrescere le tue competenze. Porta come esempio una vicenda della tua precedente esperienza lavorativa o accademica. Questo è quello che il tuo interlocutore vuole sapere.
Ho un altro paio di suggerimenti da darti: in primo luogo, cerca di non utilizzare parole che possono essere interpretate in modo negativo o che hanno particolari connotazioni (ad esempio, "fallito", "senza successo" o "povero"). Anche se lo fai inconsciamente, ciò potrebbe dare al Recruiter un’impressione sbagliata di te. Piuttosto spiega come mai un progetto o un’attività "non è andato come speravi" oppure che "i risultati avrebbero potuto essere migliori" – affermazioni di questo tipo dimostreranno che hai standard elevati e che cerchi sempre di svolgere il tuo lavoro nel miglior modo possibile.
Un altro suggerimento importante è quello di elencare quelle debolezze che non necessariamente siano rilevanti per il ruolo in questione. Ad esempio:
- Si tratta di un ruolo nel Recruitment, nelle Vendite o che richiede regolari interazioni con altre persone? In caso contrario, puoi dichiarare che a volte sei stato/sei ancora timido.
- Dovrai parlare spesso sul palco o davanti alla telecamera? In caso contrario, potresti dire che ti capita di essere nervoso, prima di parlare in pubblico.
- Dovrai utilizzare un particolare software o hardware? In caso contrario, potresti ammettere la tua inesperienza in materia. Assicurati solo che sia un argomento in qualche modo importante per il proseguo della conversazione, altrimenti sembrerà strano menzionarlo improvvisamente.
Questo è un altro caso in cui effettuare delle ricerche sull’azienda e sul ruolo proposto ti sarà molto utile. Più informazioni raccoglierai, più saprai di cosa avrai bisogno per avere successo e che cosa sarà invece irrilevante. E potrebbe trattarsi proprio dei tuoi punti deboli.
È una domanda molto comune nei colloqui per una ragione
Quando si cercano professionisti per un determinato ruolo, i Recruiter scelgono di porre questa domanda perché possono apprendere molto in merito alla tua personalità, alle competenze e alle skill che possiedi. Prenderti del tempo per assicurarti che ogni tua risposta sia strutturata al meglio e che il risultato sia ottimale ti aiuterà a fare un’ottima impressione e a distinguerti dagli altri candidati.
Autore: Marc Burrage Managing Director, Hays Poland
Alla guida di quasi 400 dipendenti in sei uffici, Marc Burrage è stato nominato Managing Director di Hays Polonia nel settembre 2019. È entrato in Hays all'inizio del 2012 come Regional Director di Hong Kong. Nel 2014 gli è stato chiesto di dirigere il business di Hays Talent Solutions in Asia, prima di essere nominato Managing Director per Hays Giappone nel 2015. In questo ruolo, Marc è stato responsabile delle operazioni quotidiane e della crescita del business giapponese in tutte le specialism, fornendo soluzioni a tempo indeterminato, executive, temporary, contract e onsite.
Marc ha una vasta esperienza industriale e funzionale, con una comprovata esperienza di successo continuo e ha guidato e fatto crescere le imprese nel Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda e Asia. Prima di lavorare nel settore del recruitment Marc ha ricoperto varie posizioni di gestione delle vendite e del marketing nell'industria automobilistica. Ha una vasta esperienza di trasformazione aziendale e di change management ed è abile nella costruzione, nello sviluppo e nella conduzione di gruppi di lavoro trasversali. Marc è stato un membro del consiglio per il Leadership Institute della Nuova Zelanda e ha studiato strategia alla Ashridge International Business School.
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