Quando è ora di cambiare lavoro?
“Quando motivazione ed entusiasmo iniziano a scarseggiare, continuare a lavorare nello stesso ufficio può essere deleterio ed influire negativamente non solo sulla performance lavorativa ma anche sul benessere psicofisico del professionista – commenta Carlos Manuel Soave, Managing Director Hays Italia – Il cambiamento e la novità, a volte, sono funzionali e indispensabili per la realizzazione e la soddisfazione personale. Certo, intraprendere una nuova avventura lavorativa non è mai una decisione da prendere in maniera avventata, ma quando iniziano a manifestarsi certi segnali, forse è davvero arrivata l’ora di cercare un nuovo impiego”.
Ma quali sono i campanelli d’allarme che dovrebbero farci capire quando è arrivato il momento di rinfrescare il CV e mettersi alla ricerca di un nuovo lavoro? I selezionatori di Hays Italia ne hanno individuati 5:
1. Quando le giornate diventano infinite
Tutti noi abbiamo giornate che sembrano infinite, in cui continuiamo a guardare l’orologio domandandoci quando arriva l’ora di staccare per poter lasciare la propria postazione. Ma che cosa succede se queste giornate si trascinano per settimane o addirittura diventano mesi? “Per ritrovare slancio ed entusiasmo – suggerisce Soave - potrebbe essere sufficiente anche solo provare ad ottenere una piccola gratificazione professionale, come un aumento di stipendio, una promozione, un nuovo benefit o la possibilità di seguire un corso per accrescere le proprie capacità”. E se nessuna di queste gratificazioni dovesse essere sufficiente, forse è davvero giunto il momento di cercare nuove opportunità professionali.
2. Sentirsi sempre insoddisfatti
Se non è più possibile trovare nuovi stimoli in ciò che si fa, è bene iniziare a pensare ad un lavoro alternativo. “Una costante insoddisfazione, che non viene scalfita nemmeno dalle gratificazioni di colleghi e superiori è un altro campanello d’allarme che dovrebbe portarci a riflettere sulla nostra vita professionale” – continua Soave. È importante sentirsi valorizzati ed essere orgogliosi di ciò che si fa e del ruolo che si ricopre in azienda. Senza un minimo di soddisfazione personale, passione, impegno ed entusiasmo lavorativo si sbriciolano.
3. Quando si vuole fare carriera
Ambire ad occupare una posizione più prestigiosa è del tutto legittimo, soprattutto se per anni si è ricoperto sempre lo stesso ruolo. Se però i presupposti per una crescita professionale vengono a mancare, potrebbe davvero valere la pena provare a cercare un nuovo lavoro che permetta maggiori responsabilità e maggiori gratificazioni, sia sul piano personale sia su quello remunerativo.
4. Se il lavoro condiziona (negativamente) il tuo umore anche fuori dall’ufficio
“Quando il lavoro, per i motivi più diversi, diventa un ostacolo alla propria felicità o impedisce di ritagliarsi momenti di serenità e relax con amici e famigliari – spiega Soave - è ora di chiedersi se valga la pena continuare, o se non sia il caso di cercare una nuova realtà che permetta di coniugare al meglio vita privata e lavoro, salvaguardando il proprio benessere emotivo”.
5. Se si ritiene non adeguato il proprio stipendio
È vero che i soldi non fanno la felicità, ma essere pagati adeguatamente rappresenta un importante riconoscimento all’impegno profuso. Se la retribuzione è la ragione del malcontento, si può sempre parlare con il proprio capo e provare a negoziare un aumento salariale. Se la richiesta dovesse essere rifiutata e il livello di coinvolgimento aziendale scemare pericolosamente, è davvero arrivato il momento di vagliare opportunità di carriera con remunerazioni più vantaggiose.
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